“La Befana vien di notte,
co’ le scarpe tutte rotte”
È questa la filastrocca che fin da piccoli abbiamo udito, insieme alle descrizioni fantasiose di una vecchietta tremendamente brutta e tremendamente inverosimile. La Befana è anche una occasione di “trasgressione” per i grandi e di gioia per i più piccoli.
Il Canto della Befana, documentato a Mezzano, 1943 e qui riprodotto aiuta a collocare meglio un appuntamento annuale ricco di tradizioni familiari e della cultura contadina.
Canto della Befana
Mezzano, 1943
Bonasera a voi di casa,
questa sera è Befania,
e col nome di Maria
ve venimo a salutà.
State su ragazze belle,
preparatece l’arrosto
da ‘na mano la sarciccia
da quell’altra ‘n bel biscotto.
Un biscotto a filagrana
donne ecco la Befana.
La Befana fa ritorno
dal paese de’ confini
addormenta i suoi bambini
e va ‘n cerca di mangià.
E non fate come Lola
che ce diede poche ova
e non fate come Biacio
che ce dette poco cacio.
Per non fare il suo dovere
je portamo ‘l carro a bere.
Negli scorsi anni, con l’interessamento della ProLoco, alcuni concittadini hanno organizzato una piccola ma festosa ricorrenza per voler ricordare i bei tempi andati delle “Befanate”.
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Arriva la Befana…
e i bambini sono in festa!
«Senti, ma quanti anni hai?»