Paolo Ruffini, matematico

Ecco la casa natale del grande matematico

Casa natale di Paolo Ruffini, in Via C. Alberto
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Nato a Valentano il 22 settembre 1765, Ruffini divenne professore di matematica a Modena nel 1787 ad appena 22 anni. Divenne rettore dell’università di Modena nel 1814.

Morì nel 1822 a Modena. Il Ruffini viene ricordato per essere stato il primo a compiere studi ed effettuare dimostrazioni sulla teoria dei gruppi e sull’impossibilità di risolvere le equazioni di quinto grado con i radicali.

Il bel portale d'ingresso

Nel 1996 l’Amministrazione Comunale e il Gruppo Archeologico Verentum hanno posto una targa sulla facciata della casa natale del matematico. Ricerche archivistiche del prof. Bonafede Mancini e di Romualdo Luzi, hanno permesso di localizzare la casa del Ruffini.

La targa a ricordo posta dal G.A.V.

L’atto di nascita del grande matematico

L'atto di nascita di Paolo Ruffini

Trascrizione dell’atto di nascita:
Paolo Giovanni Pacifico Giacinto Bonaventura Ruf[f]ini\r[atto numero] 45
Nell’anno del Signore 1765, il giorno 23 di settembre io Francesco Licca, Arciprete e Parroco di questa Chiesa Collegiata di San Giovanni Apostolo ed Evangelista di Valentano, ho battezzato un neonato di sesso maschile, nato la notte precedente alle ore cinque, dall’eccellentissimo Signor Basilio Rufini, Dottore Fisico di Regio di Modena [Reggio Emilia] e da Donna Maria Ippoliti di Poggio Mirteto, legittimi coniugi, abitanti in Valentano, al quale fu imposto il nome: Paolo Giovanni Pacifico Giacinto Bonaventura. Il padrino fu il reverendo Signore Giovanni Paolo Bonucci. Madrina Donna Olimpia Barlocci Rocchi. Ostetrica Caterina Specchioli. Così è.
Francesco Licca Arciprete e Parroco.

Particolare del ritratto ad olio di Paolo Ruffini, del pittore Biagio Magnanini di Modena

La “regola di Ruffini” spiegata da un esperto, con esempi pratici

 

Il “piccolo giallo” delle date estreme di Paolo Ruffini

La nascita del Ruffini è avvenuta il 22 settembre 1765 ma il primo biografo del matematico la colloca invece al 23, giorno del battesimo. Si può  comprendere l’errore in quanto la divisione del giorno, al tempo della Chiesa, e quindi secondo i calcoli dei parroci, veniva fatta secondo le ore canoniche per cui le 12 ore notturne iniziavano con le 19, che era la prima ora della notte, e così di seguito, fino all’ora dodicesima corrispondente alle ore 6 del mattino seguente. Il parroco, nell’atto del battesimo è estremamente preciso e scrive che il bambino era nato nella notte precedente all’ora “quinta”, quindi alle ore 23 del giorno 22.

In molti altri libri e in voci enciclopediche appare controverso anche il giorno della morte che alcuni fissano erroneamente al 9 maggio (come è accaduto nell’indicazione dell’epigrafe di Valentano), anziché alla data corretta del successivo giorno 10 (come peraltro appare nella epigrafe collocata nel palazzetto di Modena ove il Ruffini morì). Anche qui diversi fattori fanno comprendere come può essere accaduto l’errore. Gustavo Barbensi, nella biografia del Ruffini del 1956 scrive queste testuali parole: “… Il giorno 8 maggio [1822] vi fu una straordinaria ripresa, vero preludio alla morte, perché il giorno 9, sviluppatasi più ardente la febbre, dato l’ultimo addio ai desolati parenti ed amici, entrò in agonia, per spirare all’alba del giorno successivo in età di soli 56 anni”. Anche in questo caso una frettolosa lettura del passaggio ha portato molti a concludere che la data di morte fosse il 9, sfuggendo ai più che sarebbe spirato all’alba del giorno seguente.